Geroboamo, il primo re del regno settentrionale d'Israele, si trova in un momento di crisi. Suo figlio è malato e, nella sua disperazione, si rivolge ad Ahia, il profeta che un tempo aveva predetto la sua ascesa al trono. Tuttavia, Geroboamo istruisce sua moglie a travestirsi prima di visitare Ahia. Questo atto di travestimento rivela la paura e l'insicurezza di Geroboamo, mentre cerca di manipolare la situazione per assicurarsi una profezia favorevole. Riflette anche la sua mancanza di fede nel piano di Dio e la sua dipendenza dall'astuzia umana.
La storia serve da promemoria dell'inclinazione umana a controllare gli esiti e a cercare l'intervento divino nei momenti di difficoltà. Sottolinea l'importanza di avvicinarsi a Dio con sincerità e fiducia, piuttosto che con inganno. La narrazione evidenzia anche il ruolo dei profeti nell'antico Israele come messaggeri della volontà di Dio e la convinzione che le loro parole avessero un potere e una verità significativi. In definitiva, questo passo invita a riflettere sulla natura della fede, dell'onestà e sui modi in cui cerchiamo guida nelle nostre vite.