Nell'impero persiano, l'uso della sorte era una pratica comune per prendere decisioni, ritenuta in grado di riflettere la volontà divina. Haman, un alto ufficiale sotto il re Artaserse, cerca di determinare il momento più favorevole per attuare il suo piano contro il popolo ebraico. Lanciando la sorte, o pur, spera di trovare una data che garantisca il successo della sua malvagia intenzione. La sorte cade sul dodicesimo mese, Adar, un momento significativo poiché offre un ampio margine di tempo prima dell'esecuzione del piano. Questo ritardo è cruciale nella narrazione di Ester, poiché consente l'intervento di Ester e Mardocheo, portando alla salvezza degli ebrei.
Questo passaggio sottolinea il tema della provvidenza divina e del tempismo. Nonostante l'intento malvagio di Haman, il ritardo orchestrato dal lancio della sorte diventa un punto cruciale per la salvezza del popolo ebraico. Serve da promemoria che anche quando le circostanze sembrano disperate, può esserci un piano più grande in atto. La storia incoraggia la fede di fronte all'avversità, suggerendo che la pazienza e la fiducia nel tempismo divino possano portare a risultati inaspettati e positivi.