Elifaz, il primo degli amici di Giobbe, prende la parola per rispondere al suo lamento. Con un tono di saggezza e autorità, Elifaz sostiene che la sofferenza è spesso il risultato del peccato. Egli racconta di una visione avuta durante la notte, in cui un messaggero divino gli ha rivelato che nessun uomo è giusto davanti a Dio. Elifaz esorta Giobbe a riflettere sulla sua vita e a considerare se ci sia del peccato nascosto che possa aver causato la sua sofferenza. Questo capitolo introduce l'idea che la sofferenza possa essere una forma di disciplina divina, ma solleva anche interrogativi sulla giustizia e sulla misericordia di Dio. La risposta di Elifaz, sebbene ben intenzionata, non riesce a consolare Giobbe e inizia a creare una tensione tra la visione tradizionale della giustizia divina e l'esperienza personale di Giobbe.
Giobbe Capitolo 4
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