Erode Antipa, un tetrarca della Galilea, è profondamente turbato dalle notizie riguardanti le attività miracolose di Gesù. È convinto che Giovanni Battista, che aveva ordinato di far uccidere, sia risorto dai morti. Questa convinzione nasce dal senso di colpa e dalla paura di Erode, che aveva rispettato Giovanni come un uomo santo, ma che alla fine si era piegato alle pressioni e lo aveva fatto uccidere. La reazione di Erode rivela il potere duraturo del senso di colpa e la tendenza umana a temere la retribuzione per i torti passati. Il versetto illustra anche l'impatto significativo del ministero di Gesù, così potente e trasformativo da portare le persone a credere in eventi straordinari, come la resurrezione. La paura di Erode e la sua convinzione nel ritorno di Giovanni evidenziano le sfide spirituali e morali che affrontano coloro che sono in autorità quando si trovano di fronte alla verità e alla giustizia. Questo serve da promemoria delle conseguenze morali delle proprie azioni e della natura duratura di una coscienza colpevole.
Inoltre, questo passaggio riflette il contesto più ampio dell'influenza crescente di Gesù e delle reazioni variegate che essa ha suscitato in diversi segmenti della società, compresi i governanti come Erode. Sottolinea il tema della giustizia e il bilancio morale che gli individui devono affrontare, indipendentemente dal loro status o potere.