Paolo sottolinea lo status unico degli israeliti, scelti da Dio per uno scopo speciale. Sono descritti come coloro che hanno ricevuto l'adozione a figli, il che significa che sono riconosciuti come figli di Dio, uno status che segna una relazione intima e personale con il divino. La gloria divina si riferisce alla presenza di Dio tra di loro, evidente nella loro storia, come nel tabernacolo e nel tempio. I patti sono accordi stipulati tra Dio e il Suo popolo, inclusi quelli con Abramo, Mosè e Davide, che delineano le promesse e le aspettative di Dio.
La legge, data attraverso Mosè, fornisce guida morale e spirituale, plasmando l'identità e il comportamento degli israeliti. Il culto nel tempio è centrale nella loro vita religiosa, fungendo da luogo per i sacrifici e la comunione con Dio. Le promesse si riferiscono alle assicurazioni date da Dio, incluso l'arrivo del Messia, che i cristiani credono si realizzi in Gesù Cristo. Questo versetto serve da promemoria delle profonde radici della fede cristiana nella storia di Israele e della continuità del piano di salvezza di Dio, evidenziando l'importanza di comprendere e valorizzare questa eredità spirituale.